Nell’ambiente di lavoro trascorriamo gran parte della giornata, motivo per cui è importante garantirne vivibilità e comfort. La “sindrome dell’edificio malato”, ovvero il disturbo che nasce in seguito alla lunga frequentazione di ambienti sigillati e cupi, nasce già negli anni ‘70. Non si tratta quindi di semplice questione estetica, ma di un problema ben più importante, ovvero la salute e il benessere psicofisico dei lavoratori.

Ecco allora che alcune semplici regole sono sufficienti per far sì che un ufficio sia un ambiente piacevole e vivibile, anche sulla base di recenti studi e scoperte in controtendenza rispetto a vecchi standard ormai superati.

Pareti e arredi: la cromoterapia in ufficio

È ormai risaputo che il colore gioca un ruolo fondamentale sul nostro umore: è uno strumento in grado di migliorare sia la vivibilità del luogo di lavoro dando un sostegno ai dipendenti attraverso il miglioramento del benessere psicofisico e aumentandone il rendimento, sia influendo sulla comunicazione aziendale migliorando l’immagine della struttura.

Nonostante diversi studi abbiano dimostrato come il colore è in grado di incidere sul comfort dell’ambiente di lavoro, la scelta principe ricade molto spesso sul bianco. Il bianco è un colore di base, vitalizzante e rigenerante che, però, ha anche la capacità di destabilizzarci. È quindi consigliabile utilizzarlo come sfondo o in abbinamento ad altri colori.

Un altro colore molto utilizzato ma che sarebbe meglio evitare sul posto di lavoro è il grigio, che rende l’ambiente cupo e pesante quasi quanto il colore nero.

Quali sono quindi i colori da prediligere in fase di progettazione degli spazi di lavoro?

Le zone operative dell’ufficio dovrebbero essere valorizzate da colori caldi e luminosi, quali il giallo e l’arancione, che hanno il potere di aumentare la vitalità del lavoratore. Attenzione però al rosso che rischia, invece, di creare troppo stress e agitazione.

Per quanto riguarda invece l’area relax dell’ufficio sono da prediligere i colori più freddi che hanno il potere di rallentare la pressione sanguigna e favorire, quindi, il rilassamento. Ecco quindi che i colori ideali per questo ambiente sono l’azzurro, che dona pace e serenità e il verde simbolo di armonia.

Le aree comuni come la reception e l’ingresso prediligono, infine, colori caldi e vivaci. Il colore consigliato è il rosso, tonalità che da vivacità ed energia all’ambiente: ottimo biglietto da visita per chi varca la vostra soglia per la prima volta. Essendo un colore così caldo e vitale è perfetto anche nelle aree conviviali.

Openspace e pareti divisorie: qual è la scelta migliore?

Le opinioni in merito a questa tematica sono spesso discordi.

Innanzitutto l’ottimizzazione degli spazi non deve significare sottrarre comfort all’ambiente di lavoro, in quanto tutto ciò andrebbe a svantaggio della soddisfazione del personale e, di conseguenza, anche della produttività.

Mentre fino a qualche decennio fa si prediligeva la rigidità dell’ufficio tradizionale, con lunghi corridoi, uffici individuali e porte chiuse, oggi le condizioni e gli spazi di lavoro sono nettamente cambiate: lo stimolo all’interazione ha prodotto una innovativa “apertura” degli uffici che sono molto spesso veri e propri openspace.

Molto belli e innovativi, spesso arredati in stile moderno e di design, i nuovi uffici openspace hanno però un problema: sono infatti forti le distrazioni causate ai lavoratori che lamentano ora la mancanza di privacy sia visiva che acustica. È importante sottolineare come la perdita di produttività sia notevolmente aumentata rispetto ai vecchi uffici a “porte chiuse”.

Ecco quindi che quando la mansione ricoperta richiede una forte concentrazione mentale, oppure un discreto livello di discrezionalità e segretezza, l’adozione di pareti divisorie cieche è l’unica soluzione possibile per poter lavorare in condizioni adeguate.

Una giusta soluzione per favorire la privacy ma agevolare l’interazione tra colleghi può consistere, quindi, nei pannelli divisori. Alti al massimo 100/110 cm, questi pannelli serviranno solo a dare l’idea di un confine e ad evitare l’intrusione di oggetti e documenti provenienti dalla scrivania confinante.

Temperatura, microclima e qualità dell’aria: facciamo attenzione!

Recenti studi dell’agenzia americana per la protezione dell’ambiente hanno determinato come il cattivo microclima nell’ambiente di lavoro causi un danno del 18% alla produttività ma anche che il 20% degli impiegati abbia una malattia importante legata alla qualità dell’inquinamento indoor.

In Italia non esistono ancora dati di questo tipo ma possiamo immaginare che la situazione non sia tanto diversa.

Determinate condizioni ambientali, infatti, quali lo scarso ricircolo dell’aria e temperature troppo elevate posso arrivare a provocare gravi disagi tra i dipendenti, tra cui sonnolenza e mal di testa, classici sintomi legati alla sindrome dell’edificio malato.

Come prevenire il problema? Ecco alcune semplici abitudini che possono migliorare la qualità dell’aria e la permanenza dei lavoratori nell’ambiente di lavoro:

  • Una buona idea può essere quella di acquistare piante da interno: gigli, pothos e dracene sono le piante da ufficio per eccellenza. Metterle in punti strategici dell’ufficio può notevolmente migliorare la qualità dell’aria.
  • Cambiate l’aria indoor: aprite persiane e finestre per lasciar entrare aria e luce naturale. I raggi UV e la ionizzazione negativa naturale dei raggi solari possono uccidere gli agenti patogeni e altri batteri nocivi che possono inquinare l’aria.
  • Potrebbe essere utile anche installare un sistema di sanificazione e purificazione dell’aria, soprattutto nei casi in cui il ricircolo di aria naturale non è possibile.
  • In alternativa a spray e deodoranti tossici è preferibile scegliere prodotti naturali che deodorano e mantengono l’ufficio pulito.
  • L’ultimo accorgimento riguarda la temperatura ambiente: nonostante le continue diatribe fra freddolosi e calorosi, esistono regole vigenti per ogni nazione. In Italia l’Inail raccomanda di mantenere negli uffici una temperatura dai 18 gradi ai 22 gradi in inverno mentre in estate la differenza fra temperatura esterna ed interna non deve superare i 7 gradi.

Considerato quindi che gli spazi di lavoro sono i luoghi in cui passiamo il maggior numero di ore, è importante che questi siano progettati e realizzati a misura di lavoratore. Come abbiamo visto sono sufficienti alcuni piccoli accorgimenti per far sì che l’ambiente di lavoro possa trasformarsi da “edificio malato” in un luogo piacevole e adeguato al nostro benessere psicofisico.